Diamocidelnord_16luglio.indd

Marco Tronchetti Provera (e Afef ):vietato disturbare il manovratore(e la manovratrice). 31 Luglio 2006
22 – Telecom, intercettato il maxi debito
Di solito le società che non possono pagare i debiti falliscono. Già, di solito. Telecom i suoi debiti non riu-scirebbe a pagarli neppure fra 50 anni. Provate ad andare in banca e chiedere un prestito per non fallire che resti-tuirete se tutto va bene nel 2050. Vi rispondono che l’afa e la canicola vi hanno giocato il solito brutto scherzo, riguardatevi e mettetevi a letto con la borsa del ghiaccio sulle tempie e aspettate che vi passi. Certo perché voi non avete amici come Banca Intesa e Unicredit, né avete nel Consiglio di Amministrazione Gilberto Benetton (quello delle autostrade in saldo agli spagnoli). Per la cronaca e per chi avesse memoria corta, questa Telecom nasce nel 1999 da un’idea di D’Alema e Bersani, scortati da Gnutti e Colaninno, il quale si portava anche i soldi della Bell (americani), esentasse tramite il Lussemburgo. Sul motivo poi per il quale la finanza americana investa in aziende ita-liane, ne parliamo un’altra volta, quando ci occuperemo del ruolo italiano nella Nato, della sicurezza nazionale, della nostra democrazia a sovranità limitata, delle nostre missioni militari di pace in giro per il pianeta. Con l’ex Ente Telefonico di Stato è andata così: sic- come l’anno scorso con i suoi 80.000 miliardi di debiti in vecchie lire, o 40 miliardi di €uro – che farà meno impressione ma sono una montagna di soldi lo stesso – Telecom non riusciva a guadagnare abbastanza per pagare i debiti, invece che risparmiare e ridimensionare il business offrendo magari migliori servizi al posto dei soliti disser-vizi, ha pensato bene di giocare al rialzo, comperandosi i telefonini Tim (che infatti fanno molti utili ingiustificati), per la modica spesa di altri 15 miliardi di €uro malcontati. Chi glieli ha dati? Ma i soliti noti, e ciò accadeva poco prima che scoppiassero alcuni bubboni di bancopoli dove gli amici del quartierone di Telecom spuntavano come i funghi. Bene, cosa si è visto dal bilancio? Che il favoloso utile del 2005 dei proventi dei telefonini ripianerà i debiti (forse) nel 2050. E per non far cadere il titolo quest’anno gli azionisti hanno preso un ricco cedolone, così stanno buoni, non vendono, non protestano. Il risultato tangibile per le nostre tasche è il seguente: chiamare un cellulare in Italia costa 500 lire al minuto, in Francia 300, in Grecia e Turchia 350, in Germania e Gran Bretagna 400, in Belgio e Spagna 450, anche telefonare a un cellulare in Camerun e in Nigeria (450 lire) costa meno che in Italia. E vorrei avvertire i Signori che gestiscono il Cremlino di Montecitorio – ove sbadatamente non se ne fossero accorti – che i costi delle comunicazioni sono uno dei motori principali dell’economia di un Paese; infatti in Cina e in India il mobile e il fisso costano addirittura uguale, e prima di andare a pescare danari nelle tasche degli italiani, andassero anche a verificare le tasche degli amici propri, perché sarebbe una cosa morale. Pardon, con la sinistra al Governo bisogna dire al massimo «etica». E se non credete che sono amici loro chiedetevi come mai le Coop sono state finora le uniche a ricevere da Tron-chetti Provera il diritto di diventare operatori telefonici virtuali, ossia vendere gli abbonamenti per conto Tele-com e guadagnarci in proprio: fanno 3.500 punti vendita. Intanto la tecnologia va avanti e quello che è successo due anni fa, quando concorrenza e normative hanno reso poco profittevoli i fili di proprietà Telecom, tanto da spin-gerli a comprarsi i cellulari, sta succedendo anche con il mondo dei telefonini: in molte case italiane, dove Telecom – bontà sua – si degna di portare la banda larga, ha fatto la sua comparsa uno scatolotto che si chiama router con un’antennina che consente di collegarsi a Internet senza fili. Bene, in alcuni Paesi come la Spagna alcune società piuttosto note come Yahoo e Skype, regalano telefonate o soldi a chi lascia aperto il proprio router e consente a chiunque passa per strada di collegarsi a Internet. In que-sto modo con i nuovi telefonini che stanno uscendo in questi giorni, che hanno anche la connettività Wi-fi, si può passeggiare sul marciapiede e chiamare gratis un altro cellulare che si trova su un altro marciapiede a portata di un router aperto; e nelle fabbriche dove il router c’è sem-pre chi userà più il Gsm? Ma c’è di peggio, da due anni stanno testando il Wi-max, un’antenna Internet che dalle piattaforme petrolifere del Mare del Nord arriva fino alla costa inglese. E dal 2007 basteranno poche antenne per coprire una città intera, e questo significa il crollo immi-nente del fatturato dei telefoni cellulari tradizionali. Renato Pozzetto direbbe: compito a casa. Con i proventi della telefonia cellulare che diminuiscono come farà la Telecom a pagare i debiti? Perché una cosa è certa, Tele-com così non può stare in piedi, né può chiudere perché è un patrimonio indispensabile e con lei si sfamano almeno 90.000 famiglie. Proviamo a fare delle ipotesi: l’unico che in Italia ha la liquidità necessaria per comprare la Telecom è Berlusconi con Mediaset e l’aiutino di Geronzi, ma che cosa vorrà in cambio? Il Governo? Il solito esoso. E allora? Nel frattempo stanno succedendo faide atroci: Tronchetti Provera denuncia «Messaggero» e «Repubblica», ossia gli amici di prima, che hanno scritto cose abominevoli sulle intercettazioni, fatti che se verificati sono turpi, ossia registrazioni illegali a tappeto e a disposizione di amici o sodali, gestite da società esterne alla Telecom con l’inter-vento anche economico del capo della sicurezza Pirelli. Commistioni con il Sismi e la faccenda di Abu Omar, e le telefonate di Pollari. E come se non bastasse si sui- cida quasi volontariamente il responsabile della sicurezza Telecom, ex uomo dell’Antimafia, con un tuffo dalla tan-genziale di Napoli. Io non so che cosa stia succedendo, ma prevedo che questo 2006, anno sesquipedale, in cui ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, ci riserverà ancora qualche bello spettacolo pirotecnico. E voi cari interisti non abbiate paura, il tempo ci darà ragione, come sem-pre: se anche Tronchetti Provera sarà costretto a vendere le azioni dell’Inter, Moratti (che sarebbe già stato felice di ricomprarsele prima) adesso sarà ben lieto di riprenderle. Evviva calciopoli, salviamo Materazzi. «Non è certo che tutto sia incerto.» Blaise Pascal

Source: http://www.diamocidelnord.it/pub/abs/Telecom_intercettato_il_maxi_debito_(168-173).pdf

Microsoft word - 13. broshure_permbledhje e terminologjise per sigurine e pac.doc

Sektori: I Sigurise dhe Te Drejtat e Pacientit Përmbledhje e Terminologjisë për Sigurinë e Pacientit dhe Mjekimin e Sigurt. Sektori: I Sigurise dhe Te Drejtat e Pacientit Termi Aksident - accident : Një ngjarje e pa-planifikuar, e papritur,dhe e padëshiruar zakonisht me pasoja anësore ( Senders, 1994). Gabim aktiv (shiko gjithashtu gabim) – active err

No job name

Anal. Chem. 2004, 76, 4756-4764 Trace Determination of Macrolide and Sulfonamide Antimicrobials, a Human Sulfonamide Metabolite, and Trimethoprim in Wastewater Using Liquid Chromatography Coupled to Electrospray Tandem Mass Spectrometry 1 bel,* Christa S. McArdell, Marc J.-F. Suter, and Walter Giger Swiss Federal Institute for Environmental Science and Technology (EAWAG), CH-8600 Du¨bend

Copyright © 2010 Find Medical Article