DIARIO DI VIAGGIO MISSION I
Domani si và, volo Milano-Delhi, poi volo Delhi-Chennai(Madras), poi macchina o pulman verso Kozhinjampara in 36 ore dovremmo esserci. La squadra è di cinque (tutti volontari, ognuno ha pagato il
suo biglietto e le spese). Cosa faremo…? Progettare l’ambulatorio, dalle fondamenta alla farmacia, contattare i muratori (che verranno scelti sempre sui criteri di cooperazione e sviluppo di quella parte
della popolazione bisognosa), trovare il materiale edile, contattare negozi di materiale medico per i futuri acquisti quando i muri saranno pronti, trovare i punti di appoggio per creare un giro di turismo
responsabile attorno al progetto per tutti coloro che, anche se non medici o infermieri, vorranno vedere il posto e i lavori in corso, portare materiale medico a due ambulatori che hanno chiesto aiuto, cominciare a
stimare e mappare la zona rurale dei villaggi che saranno seguiti, intrappolare nuove testimonianze fotografiche, rifornire di parmigiano e grappa i missionari indiani che ci vanno matti…è molto, lo so, ma ci
proviamo. Nei posti dove sarà presente internet cercheremo di scrivere, altrimenti sms alla nostra web mistress
Grazia che aggiornerà il sito (cliccare su mission I). Chi volesse qualche cosa di speciale dall’India può scrivere, faremo il possibile per portarlo giù, anzi se ci
scrivete delle idee di materiale potremmo portarlo e metterlo in vendita alla prossima cena per raccogliere fondi.
Nessun grazie, chi ha aiutato lo sa, quello che posso fare io è portarli a destinazione e far si che fruttino
nel migliore dei modi, cercare di sorprendervi nel farvi vedere quanto si può fare per queste popolazioni e rendere il concetto “cooperazione e sviluppo dei popoli” un po’ più reale e accessibile. Quello che potete
fare voi è andare avanti con le idee, le proposte, le iniziative, costruire l’ambulatorio sarà il meno, farlo crescere e vivere a lungo non sarà facile.
Che ridere…chapati e riso per tre settimane di nuovo. 13.02.2007 (Day 1): Viaggio Milano/Roma/Roma Delhi 6500 km - Stop di 8 ore a Delhi, giro nel traffico
vorticoso per avere un'idea della capitale. Volo Delhi/Cennai dove incontriamo Fr. Rajunel caldo umido del Tamil Nadu. il dentist ha dormito , dottor Hutch è sfinito, il colonnello reagisce bene alla sua prima volta
14.02.2007 (Day 2): Chennai- Coimbatore by train, nove ore di viaggio. unici stranieri tra gli indiani.
The dentist necessita già di Imodium, dottor Stursky già cazziato dalla polizia per foto a luoghi proibiti. Meta fra un'ora Kozhinjampara. A domani.forse. 15/02/2007(Day 3): Giornata memorabile, deposto prima pietra dell'ambulatorio fra riti inaugurali fatti di danze dei bambini della scuola e rottura dei cocchi della piantagione. non ci sono parole, tempo
stimato dei lavori: quattro mesi. E-mail di Daniele: eccoci qui, poche righe veloci, la linea è lentissima e salta in continuazione, ma oggi
è una data importante, abbiamo messo la prima pietra dell'ambulatorio, anzi per essere precisi ben più di una. Abbiamo tirato tutta la planimetria con dei colorati fili gialli di dove saranno i muri, tutto va avanti
con i ritmi di FIND THE CURE, continuo a sorprendermi io stesso. Siamo a Kozhinjampara, tutti stiamo bene, c'e' molto caldo, ma sotto le piante da cocco dove corrono i lavori si sta bene. Sarà banale ma
vedendo i mattoni pronti e la calce che preparano a mano e come se foste un po'tutti qui. Questa volta il grazie per ognuno di voi e' sentito più che mai. d. m. s. s. a
16/02/2007 (Day 4): i lavori sono iniziati, le misure e decisioni prese, i muratori scelti. Ci spostiamo verso Tirinulvedi, possibile posto per Project II, 500 km. 14 ore di viaggio, attraverso le infinite distese di
The di Munnar e altrettanti tir killer, punta sud estrema, the dentist bacia la terra sceso dalla macchina, dottor Hutch ha ancora quel faro del pullman troppo vicino stampato in faccia, fr raju ha gli occhi troppo
rossi per la guida. Qui è molto buio, ci sono poche luci. 17/02/2007 (Day 5): Effettuato sopralluogo su Nanguneri per studiare il Project II, zona fin troppo
povera, ci hanno portato due malati (cancro epatico ed emorrargia cerebrale), silenziosi li abbiamo dovuti lasciare uno sulla sabbia l'altra su una branda di una chiesa vuota. Qualcosa dovremmo fare anche qui,
sicuramente. Dottor Hutch e Nurse hanno controllato le farmacie per capire che prezzi ci sono qui. Tutto costa molto poco, potremo comprare qui. Dentist mangia tutto con gusto. 18/02/2007 (Day 6): Trasferimento versi Eluro, in Andra Pradesh 550 Km, 12 ore di macchina, solo
uno stop in un dispensario di un piccolo villaggio per depositare alcuni dei nostri farmaci. L'infermiera è malata, dispensario chiuso. Procede tutto bene a parte essere in strada la notte. 19/02/207 (Day 7): Percorsi gli 800 Km che ci separavano da Eluro, in Andra Pradesh, 600 dei quali su un Highway con camion e tuc tuc in contromano,pecore e bufali che attraversano l'autostrada, incendi
di piantagioni di canne da zucchero e palme che si riflettono nel chiarore delle fiamme.
20/02/207 (Day 8): Ora i muri ci sono, ma bisogna riempirlo. E così giornata a Vijeiwada alla ricerca
del materiale medico, dopo 3 tentativi in negozi che sembravano musei ospedalieri finalmente quello giusto, fatto foto e preso tutti i prezzi. Tramonto sul fiume Krishna, peccato non sia l'anno sacro per
21/02/2007 (Day 9): Mattinata a catturare immagini per noi importanti per future post card o stampe
per raccogliere fondi, pomeriggio in un villaggio per cercare di organizzare un paio di giorni di visite già che ci siamo, qui lo chiamano medical free camp. Colonnello improvvisa lezioni di danza al ritmo di
tamburi per i bambini, il villaggio è difficilmente descrivibile. andrebbe pensata almeno una scuola. 21/02/2007 (Day 9) e-mail: cerco di fare il punto, anche se non e' facile, troppo si mescola tra il
concreto e l'emozionale in questo posto. per adesso scrivo il concreto, l'altra parte spero la scriverete voi venendo qui. Abbiamo lasciato Kozhinjampara in buone mani, i muratori sono già partiti, evidentemente
avevano una gran voglia di lavorare, la perimetria e' completamente tracciata, il primo muretto e' stato issato, la cerimonia di buon'auspicio bellissima. Tutti i bambini delle scuola adiacente sono venuti nei loro
costumi più tipici a fare canti e danze nella terra vicino alla prima pietra, abbiamo rotto cocchi e con il succo e la loro polvere arancione che usano fare il segno sulla fronte tracciato i segni inaugurali, una bella
unione di costumi, realtà e religioni. L'ambulatorio abbiamo deciso di farlo un po' più grosso, già che facciamo i lavori ci sembrava più utile costruire qualcosa di più versatile e funzionale. Mi sembra valido il
progetto che ci ha fatto il "geometra" indiano, in più c'e' la possibilità di ingrandirlo se fosse necessario. Abbiamo tutta la piantina, appena faremo cena vi farò vedere. Abbiamo lasciato Kozhinjampara con
soddisfazione, ma poi arrivi a Nanguneri e ti sembra peggio di Kozhinjampara, poi passi da Orudy che ti sembra peggio di Nanguneri, e arrivi a Eluro che guarda ti sembra peggio di Orudy, così arriva quel
fantasma che ti prende il pensiero che per quanto tu faccia e' comunque un niente. Poi vai nei villaggi, che in questo caso il termine italiano villaggio non rende giustizia (ingiustizia) a come vive questa gente,
cerchi di organizzare un free medical camp, gli dedichi del tempo, magari una danza o uno stupido gioco, o magari anche niente ma solo la presenza in un posto che nessuno degna, e quel "niente" ti sembra che
si trasformi in un "poco" e che nei loro occhi si colori di un "tanto". ops scivolato nel emozionale, scusate. Un po' di concreto allora, abbiamo cercato i prezzi del materiale medico per allestire
l'ambulatorio, sono molto accessibili per fortuna, e riusciremo a trovare tutto il necessario, abbiamo i prezzi e le foto di tutto così possiamo farvi vedere e cercare di trovare iniziative per procurarci il denaro.
Grazie da parte di tutti dei messaggi che sono arrivati, bello trovarli in terra indiana. Gli aggiornamenti sul sito continuano bene, ci fa piacere. 22/02/2007 (Day 10): piccolo intervento chirurgico per rimuovere una cisti dal collo, non avendo dove farlo ci siamo appoggiati ad una piccola maternità costruita da un associazione di volontariato spagnola
che aveva un po' di attrezzatura, naturalmente e' finito il generatore e tirato fuori le torce. Visto i fili di sutura immersi in disinfettante per essere riutilizzati e un bel bucato di guanti sterili abbiamo lasciato a
loro tutto il materiale di piccola chirurgia cha avevamo portato.Raju sta bene, va matto per il toradol. 23/02/2007 (Day11): giornata dedicata allo "shopping", ci siamo infilati nei mercati più popolari per
trovare materiale da portare alle cene per raccogliere un po' di fondi in più, qui si che ci sono i veri colori dell'india, e anche gli odori, e che odori.così tra macellerie nauseabonde, frutti sconosciuti e montagne
di peperoncini abbiamo preso un po' di collane, braccialetti tipici, calendari colorati, spezie, di tutto un po', i commercianti sono onesti perché non conoscono il turismo. Finito di organizzare il free medical
camp, 7 villaggi in 5 giorni, da domani si inizia. 24/02/2007 (Day12): iniziato il free medical camp nel villaggio di Kottanpangy, 80 famiglie, 350
persone circa, poche case, tante capanne, altrettanti bufali e innumerevoli bambini. Ambulatorio
attrezzato in una piccola chiesa (unico posto con il pavimento in cemento). Bollettino medico: 90 visite
(interrotte poi perché non c'è corrente e finite le batterie di tutte le torce), tanta scabbia, molta malnutrizione, problemi muscolo articolari, qualche febbre, tre brutti casi di ascessi, due ferite da trauma
non trattate (signore di circa 60 anni con un dito del piede attaccato solo per metà che si trascina nella polvere da 15 giorni, non ha i soldi per prendere un trasporto per l'ospedale, lo abbiamo preso in carico
ma ormai rimane solo l'opzione amputazione). Non abbiamo fatto molto di concreto ma per il villaggio pensiamo sia stato un buon giorno. Kotta-npangy significa nuova Pangy, domani saremo a Pottanpangy
che significa vecchia Pangy, figuriamoci. 25/02/2007 (Day13): vorremmo potervi raccontare bene di oggi ma qualsiasi resoconto per quanto
ben scritto non darebbe una visione vicina alla realtà. Pottanangy e' un ammasso di capanne e terra, abitata da vacche e bufali in ogni casa, con una palude che la circonda. Il brutto del passa parola e che
oggi ci saranno state 400 persone, e quando il numero é così alto la situazione diventa di difficile gestione, fortuna che il loro spirito induista e cattolico li teneva tranquilli. Un bollettino medico oggi e'
impossibile, e' passato di tutto, anche cose a noi sconosciute, così di nuovo tanta scabbia, spesso infetta, ascessi, febbri dubbie, ulcere di dimensioni irreali, fratture saldate in maniera fantasiosa, tanti solo per un
controllo. Abbiamo dovuto comprare una valigia di medicine perchè le nostre erano terminate. Abbiamo dovuto fare quattro piccoli interventi perchè non c'erano alternative, tra questi abbiamo riattacato il dito
del piede del signore di ieri, in qualche modo che non so bene era ancora vascolarizzato, forse sarà inutile ma a tagliare c'e' sempre tempo. Il tutto in una chiesa, li neanche la chiesa e' accogliente. Siamo usciti
con il buio tra i fuochi e i fumi dello sterco che bruciava in ogni piccola capanna. Saremmo dovuti essere il doppio almeno. Non ci viene molto da scrivere stasera. 26/02/2007 (Day14): mattinata a Pottapangy per finire il lavoro di ieri, ma anche oggi non siamo riusciti a finire. troppi malati, troppi. Abbiamo potuto fare solo i casi più gravi, stesso bollettino medico
drammatico di ieri. Pomeriggio verso Cindalapudi, zona di villaggi in piena foresta per dare una mano ad un programma sanitario che segue questa zona e che vorremmo poter aiutare presto. Qui sono ancora
più poveri, ma tutti uguali e almeno non annegano nell'immondizia. 27/02/2007 (Day15): siamo stati nei villaggi di Cindalaputi nella foresta dell'altopiano di Eluro a
portare un piccolo aiuto alle nostre amiche sorelle di Betania che portano avanti un progetto di medicina territoriale per 28 villaggi, ne visitano due al giorno, portando loro medicine e controlli medici, sono 4,
un'infermiera e tre sorelle, sono supportate da un progetto spagnolo Manos Unidas, ma vanno avanti a fatica, nonostante questo fanno un gran lavoro, si vede terribilmente la differenza rispetto ai villaggi in
cui abbiamo fatto i free medical camp che sono completamente allo sbaraglio medico,le infezioni qui sono minori, la scabbia trattata per tempo, i traumi gravi non lasciati a madre natura, l'igiene un minimo
superiore, abbiamo preso appunti preziosi più che altro, per capire come impostare il lavoro nel territorio dell'ambulatorio di Kozhinjampara, sarebbe bello riuscire a fare un servizio come il loro nel territorio del
nostro futuro ambulatorio. Abbiamo lasciato loro materiale medico, fonendo, sfingo, otoscopio, farmaci che a loro mancano, e materiale per medicazioni che fanno fatica a procurarsi. Vorremmo potervi scrivere
di questi villaggi, del buio della foresta, dell'unione di queste famiglie nelle difficoltà, di tutti questi bambini che guardano e che non piangono, dei fuochi di sterco, del caldo dei tetti di paglia, di queste
case così povere ma sempre pronte ad accoglierti, del loro modo di ringraziarti e di ondulare la testa, ma ci è impossibile farlo con la scrittura.
28/02/2007 (Day16): abbiamo ripreso il free medical camp nei villaggi di Eluro, oggi e' toccato a Indira Colony, prima siamo passati a controllare il bambino con l'ascesso che abbiamo operato, sta
migliorando, la febbre non c'è più, e oggi per la prima volta lo abbiamo visto seduto, nella sua capanna, alla sua famiglia non sembra vero avere medici che vanno in casa a fargli la medicazione e controllarlo.
Non hanno niente, eppure ci fanno trovare sempre due bottiglie di succo di mango fresche al punto giusto. A Indira Colony tutto e' andato liscio, solito bollettino medico, 210 visite in tutto il giorno, tutti i
tipi di patologie, cominciamo a imparare, qui la medicina e' un po' diversa. C'erano molte lesioni della cute che non capivamo cosa erano, sembrava uno forma di scabbia infetta, oggi abbiamo scoperto che i
bambini con carenza di calcio mangiano la sabbia e si infettano con dei vermi della terra che danno queste lesioni che chiamano "anelli di vermi"(abbiamo avuto un infermiera del posto oggi).
Abbiamo conosciuto una signora oggi, fa dei bellissimi bigliettini a mano, a vederla seduta era piacevole, avvolta nel suo sari giallo e sorridente, poi ha cominciato a camminare, cioè a non camminare, non ha
l'utilizzo delle gambe cosi si trascina con le mani e fa una strana rotazione del bacino, sembra un piccolo ragno, non abbiamo capito come sia arrivata fino a noi, abita a 60 km da qui, per farci vedere i suoi
lavori, cosi ne abbiamo presi un po' e le abbiamo ordinato un bel po' per FIND THE CURE con il logo e la
scritta, li porteremo alle cene e sarà la nostra donna dei biglietti per chi li vorrà, è stata felice del nuovo
01/03/2007 (Day 17): Ultimi controlli ai piccoli pazienti operati, vanno bene, rimossi i punti non
assorbibili che avevamo sparso in giro, il dito riattaccato non si è più fatto vedere, forse è contento della sutura e ha deciso che per lui era sufficiente così, tiriamo le conclusioni, il tempo sta per finire e
progettiamo il futuro, grandi progetti in gestazione. Ci godiamo ancora un po' i nostri amici Jose e Raju, vorremmo avere più tempo. 02/03/2007 (Day 18): Ultimo aggiornamento, abbiamo iniziato il lungo viaggio di rientro, Eluru, Hydrabad in macchina, poi fino a Delhi. Poi partenza in Aereo fino a Roma e Milano: 36 ore di viaggio.
Ci spiace tanto lasciare Jose e Raju, c'è ancora tanto da fare, ma torniamo con buone notizie e nuovi progetti pronti. C'è già da programmare "Mission II". Vogliamo tanto ringraziare chi ha consumato questa
pagina ed ha dato un senso agli sforzi del nostro scrivere. A presto in Italia!!!
Mission I è andata, abbiamo iniziato i lavori di costruzione dell’ambulatorio, abbiamo preso tutti i prezzi e
i contatti per il materiale medico per riempire l’ambulatorio appena pronti i muri, siamo andati alla ricerca dei posti per i progetti futuri, abbiamo sperimentato l’attività medica territoriale nei villaggi per poi
attuarla a Kozhinjampara, abbiamo visitato gente, tanta gente, adottato una persona che ci farà i bigliettini, documentato le attività con le foto e i filmati, fatto piccole operazioni, assaggiato tutti i tipi di
frutti, siamo stati bene tra di noi, e con i nostri amici di terra d’India, a tratti ci sembra di aver fatto tanto, a tratti niente. Abbiamo sperimentato internet, scrivere tutte le sere gli aggiornamenti a volte è
stato faticoso, a volte ci sembrava di mettere in piazza delle cose che forse era più intimo tenersi per se, a volte quando le scrivi sembra sminuirle, a volte sembra ostentare una veste eroica che nessuno di noi
vuole indossare, ma poi tramite i messaggi e il guest book abbiamo visto che per molti era un po’ come respirare aria di terra indiana e seguire un progetto che è anche il loro, e questo è stato bello, in più sono
arrivati sulla strada grandi amici del passato che si sono uniti a noi. Lo staff di mission I è stato un esperimento, un episodio pilota per testare il terreno, per confrontare le
opinioni, ed è andato bene, quel senso di provvisorietà che si parla nel guest book è quello che ci piacerebbe avere in tutti quelli che verranno in terra di India a darci una mano.
Adesso in anteprima i nuovi progetti che abbiamo varato, si lo so che l’altro non è ancora finito, che non si mette troppa carne al fuoco, che chi va piano va sano e va lontano, ma poi vi spiegerò bene il tutto,
per adesso chi non è ancora venuto in terra Indiana deve solo fidarsi ancora un po’:Project II: casa di accoglienza e terapia del dolore malati terminali. Nangunery (tamil nadu)Project III: asilo e scuola elementare villaggio di Raghavapuram, Chintalapudi(andra pradesh)Project IV: casa per anziani abbandonati Pondicherry ( tamil nadu)Chi ha seguito gli aggiornamenti saprà già il perché di questi progetti. Mission II è in elaborazione, sa già di interessante, molto. Stiamo sistemando tutto il materiale della I,
appena pronto organizziamo da vederlo tutti insieme. Grazie per la fiducia, per la generosità, per quel senso di appartenenza, per quel filo sottile lungo
7000km che ci ha tenuto compagnia e fatto sperare che le cose che stavamo facendo avrebbero avuto un seguito. d.
Fact Sheet Overview of Malaria Malaria is a disease of contradiction – it is both one of the most deadly and prevalent diseases in Sub-Saharan Africa and also the most preventable and treatable. More than 1 million people die of malaria each year, 75 percent of them African children, and more than 300 million people worldwide fall ill from malaria annually. Defeating malaria is